giovedì 13 febbraio 2014

Breve storia dell'Amstrad CPC464



Visto il successone dei vari home computer, il geniale signor AMStrad (Alan Michael Sugar Trading Company), famoso per la vendita di stereo super discount cinesini, ebbe la geniale idea di scendere in campo (genialata numero 1: lanciarsi in un'avventura commerciale in un campo di cui ha esperienza praticamente zero).

Anzitutto decide che entro nove mesi il nuovo prodotto va lanciato sul mercato (genialata numero 2: prima dice "quando" va venduto e poi comincia lo studio di fattibilità). Per capire come dovrebbe essere, compra ogni home computer in circolazione per farsi un'idea di prezzi, caratteristiche tecniche e appeal. Infine decide che il "suo" dovrà avere inclusi nel prezzo da urlo (199 sterline) anche il monitor e il mangiacassette.

Genialata numero 3: fa chiamare due giovani programmatori capelloni, illustra loro il progetto (basato sul processore 6502 come quell'emerita ciofeca del Commodore 64) e crede subito ciecamente ai due quando gli dicono: "bof, questa cosa la facciamo in un mese, per questa bastano due settimane, bof, tutto facile".

Uno dei due programmatori, stressato dalle complicatissime "dead-line" di consegna, si prende un esaurimento nervoso e si licenzia (addirittura restituendo i soldi ricevuti in acconto). E così vediamo apparire la genialata numero 4: il grande AMS dice "ah, ma noi un firmware ROM ce l'abbiamo già pronto" e fa incidere le ROM con una caricata di munnezza, solo per tenere quieto l'altro programmatore.

Quindi assume due hardwaristi (al momento, infatti, era pronto solo il case esterno con la tastiera: bisognava "riempirlo" con una motherboard da progettare interamente da zero!). I due non sapendo che pesci prendere, mostrano l'arnese vuoto e coi tasti a tutti gli amici che hanno, sperando di cavarne aiuto e idee. Il tempo passa inesorabile e anche il geniale AMS va in giro tentando di subappaltare la creazione di un interprete Basic da mettere al posto della ROM munnezza: ingegnerizzazione modello "brancoliamo nel buio".

Colpo di fortuna: ritrovano un vecchio amico che ha scritto un interprete Basic per un processore diverso (lo Z80). I tizi si guardano in faccia e dicono: ma perché non cambiamo drasticamente il progetto hardware in modo da integrare l'interprete Basic? Detto, fatto.

Nel frattempo lo squadrone del marketing comincia a martellare esigendo che la macchina abbia "64k RAM e un sacco di colori". Genialata numero 5: il marketing compra una carretta di componenti elettronici in offerta speciale: "dovrete usare questi, li abbiamo già pagati, fate in modo che c'entrino bene nel progetto".

Comincia la guerra dell'essere proattivi: succedono cose come questa: un tecnico stacca il venerdì sera e verso le 21 chiama un altro tecnico:
- presto! presto! devi consegnare al più presto! top priority!
- ci sto lavorando! lunedì mattina alle 9 te lo faccio trovare pronto
- no! mi serve entro domattina alle 9 perché ci deve lavorare un altro! massima priorità! top priority! il capo ha detto che bisogna mandarlo ai negozi prima di Natale!

A fine ottobre 1983 la macchina miracolosamente comincia a funzionare ma manca un pezzo - una ULA (uncommitted logic array, cioè un chip custom) - che sarebbe stato pronto solo a febbraio: venne temporaneamente sostituito con una costoso circuito montato in piggyback. Anche la costosa EEPROM venne temporaneamente sostituita da un piggyback con della RAM alimentata da delle batterie. Il grande AMS continua a delirare: "presto! presto! al momento del lancio devono già esistere 50 videogiochi pronti!" I prototipi perciò vennero spediti a degli sviluppatori, e a Natale '83 il computer non fu nei negozi.

Nonostante l'assoluta segretezza subito corrono le voci: a gennaio '84 trapela sulla stampa la notizia di questo futuro computer in arrivo in primavera "sotto le 200 sterline".

A marzo '84, con la ULA appena pronta, si scopre che era sottodimensionata rispetto alle diecimila cose che le volevano far fare. O si riprogetta daccapo la ULA (troppo tempo!), oppure si aggiungono nuovi (e costosi) componenti per sopperire al passo più lungo della gamba. Il grande AMS paga la penale alla inglese Ferranti per la risoluzione anticipata del contratto e chiede una ULA ("presto! presto! presto!") alla LSI. Lavoraccio immane per adattarsi alla LSI e... la LSI tira un bidone: AMS passa a chiedere alla SGS Microelettronica in Italia, che per sua enorme fortuna aveva sviluppato un chip simile. Altre due settimane di ritardo per "aggiustare" a Milano il design. La ULA era l'unico chip "nuovo"; tutto il resto (Z80, AY-3-8912, ecc.) era roba vecchia, diffusa e ben conosciuta.

Giugno 1984: finalmente l'arnese arriva nei negozi (seppure con qualche bug nel Basic), a 239 sterline (con monitor verde/nero) o 349 (monitor a colori), e in catalogo la bellezza di 18 software e giochi già comprabili.

Risultato finale: anche il CPC464 è stato un progetto messo in piedi in fretta e furia da un commerciale ossessionato dall'arrivare "subito" sul mercato. Solo che ha avuto qualche colpetto di fortuna in più.

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